La storia prosegue, su livelli differenti, si parla di frode, abuso d’ufficio, truffa, cominciano a fioccare i primi nomi (vedi), le notizie rimbalzano da un blog all’altro. Il presidente Marone Cinzano risponde con convinzione in difesa della denominazione e della correttezza del Consorzio (vedi). All’estero c’è fermento, a Montalcino c’è preoccupazione, tanti produttori che hanno sempre lavorato onestamente (sono in tutto ben 250, di cui 200 anche imbottigliatori) vedono la stessa nube che ha adombrato la mozzarella di bufala campana incombere su di loro.
Si rischia molto, un grande vino, il più grande insieme al Barolo, sta sotto indagine della Guardia di Finanza.
Ok. Speriamo tutti che si faccia davvero chiarezza e al più presto. Ma perché questa fuga di notizie proprio ora, quando ancora tutto è da dimostrare, quando già sull’Italia sta pendendo la scure per l’immondizia, la mozzarella, la mafia, i politici corrotti, ecc. ecc.?
Non sono assolutamente per tenere nascosti i fatti, ma oggi i fatti si gonfiano molto prima di diventare tali, oggi si gode a vedere qualcuno sotto inchiesta, senza tenere conto del fatto che è molto difficile con questa overdose di allarmismo non provocare conseguenze catastrofiche su tutto il comparto. Sta già avvenendo con la mozzarella. Si perché se ci sono delle aziende coninvolte, tutte le altre, quelle che lavorano onestamente rispettando i disciplinari, come possono difendersi? Possibile che a causa di pochi debbano andare a rotoli interi settori? La paura della diossina nelle mozzarelle…va bene, è comprensibile, ma come mai nessuno si preoccupa delle grandi quantità di mercurio che si trovano nel tonno, nel merluzzo, nel pesce spada?
Tornando al Brunello, è giusto che chi sbaglia paghi, sempre che verrà confermata la frode, è giusto che si controllino i vini in cantina e le piante in vigna, ma perché si è voluto istituire la Doc Sant’Antimo, che prevede vigneti anche in “parte del territorio amministrativo del comune di Montalcino”? La Doc Sant’Antimo consente di produrre vini rossi ottenuti con le uve raccomandate e/o autorizzate nella provincia di Siena, fra cui cabernet sauvignon e franc, merlot, pinot nero, syrah, gamay, montepulciano e…sangiovese. L’obiettivo per cui è nata è stato principalmente quello di poter permettere ai tanti supertuscan Igt di essere “promossi” a Doc, ma quei vigneti confinanti…siamo seri!
E perché si è assegnato il compito in tutto e per tutto di effettuare i controlli in vigna e in cantina da parte dei consorzi vitivinicoli, che sono composti in buona parte dai produttori stessi, da agronomi ed enologi che esercitano la professione in alcune delle aziende che andrebbero controllate?.
Bisogna scegliere, se si vuole davvero fare le cose bene ed essere credibili, chi effettua i controlli deve essere super partes.
Riflettiamoci, comunque vada a finire questa spiacevole storia. Lo dobbiamo a tutti quei produttori che da sempre hanno lavorato onestamente e contribuito a rendere grande il Brunello di Montalcino, che non meritano di vedersi chiudere le porte da parte di un mercato che non fa differenze.